Guida completa per evitare lo spam con un nuovo dominio nelle segreterie organizzative

Guida completa per evitare lo spam con un nuovo dominio nelle segreterie organizzative

Stai organizzando un evento e hai appena registrato un nuovo dominio per le comunicazioni, ma le tue email finiscono sistematicamente nella cartella spam dei destinatari? È un problema frustrante e molto comune.

Quando una segreteria organizzativa deve inviare migliaia di inviti o aggiornamenti, la reputazione del mittente è tutto. Un dominio nuovo, senza storico, è come un perfetto sconosciuto che bussa alla porta dei server di posta: la diffidenza è la reazione predefinita.

Questo articolo ti guiderà attraverso le cause di questo problema e ti fornirà un arsenale di soluzioni pratiche per assicurarti che ogni tua comunicazione arrivi a destinazione, trasformando un potenziale fallimento in un successo.

Guida completa per evitare lo spam con un nuovo dominio nelle segreterie organizzative

Il problema: perché le email da un nuovo dominio finiscono in spam?

Immagina di aver lavorato per mesi all'organizzazione di un evento aziendale. Hai definito ogni dettaglio, dalla location ai relatori. Hai creato un sito web dedicato e registrato un nuovo, fiammante dominio (es. evento-corporate-2025.com). Arriva il momento di inviare gli inviti a migliaia di partecipanti e, con un clic, avvii la campagna.

Passano i giorni e le iscrizioni languono. Un rapido controllo rivela l'amara verità: la maggior parte delle tue email non ha mai raggiunto la casella di posta in arrivo, ma è stata dirottata senza pietà nella cartella spam.

Questo scenario è il risultato di un meccanismo di difesa automatico implementato da tutti i principali provider di posta elettronica (come Gmail, Outlook, Yahoo). La loro missione è proteggere gli utenti da phishing, truffe e posta indesiderata. Un dominio registrato da pochi giorni che inizia improvvisamente a inviare un volume massivo di email è un comportamento tipico degli spammer. I filtri antispam, non avendo dati storici sulla "buona condotta" del tuo dominio, lo etichettano preventivamente come sospetto.

Il problema si aggrava quando, per motivi di sicurezza o policy aziendali, il committente non può inserire l'indirizzo IP della tua piattaforma di invio nella sua whitelist. Sei solo, con un dominio sconosciuto e una reputazione pari a zero.

Il ruolo cruciale della reputazione del dominio

La reputazione del dominio è il punteggio di affidabilità che i provider di posta assegnano al tuo dominio di invio. È un fattore determinante per la deliverability, ovvero la capacità delle tue email di raggiungere la casella di posta in arrivo. Questa reputazione non si costruisce in un giorno, ma è il risultato di un comportamento costante e virtuoso nel tempo.

Secondo uno studio di Return Path, l'83% delle volte in cui un'email non viene consegnata, il motivo è una cattiva reputazione del mittente. Un dominio nuovo, per definizione, non ha una reputazione, né buona né cattiva. In questa zona grigia, i filtri preferiscono peccare di eccesso di zelo.

Le metriche che contano per i provider di posta

Per capire come risolvere il problema, dobbiamo prima comprendere quali fattori analizzano i filtri antispam per giudicare il nostro dominio.

Autenticazione del mittente: SPF, DKIM e DMARC

Questi acronimi tecnici sono i tuoi migliori alleati. Sono protocolli di autenticazione che dimostrano ai server di ricezione che sei autorizzato a inviare email per conto del tuo dominio.

  • SPF (Sender Policy Framework): È un record DNS che elenca i server di posta autorizzati a inviare email dal tuo dominio. È come dire: "Solo gli IP presenti in questa lista possono spedire posta a mio nome".
  • DKIM (DomainKeys Identified Mail): Aggiunge una firma digitale crittografata all'intestazione delle email. Il server ricevente può verificare questa firma per assicurarsi che l'email non sia stata alterata durante il transito e provenga effettivamente dal tuo dominio.
  • DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting, and Conformance): È una policy che si basa su SPF e DKIM. Dice ai server riceventi cosa fare se un'email fallisce i controlli SPF o DKIM (es. metterla in quarantena o rifiutarla). Fornisce anche report preziosi per monitorare l'uso (e l'abuso) del tuo dominio.

Configurare correttamente questi tre record è il primo passo, non negoziabile, per costruire una buona reputazione.

Volume e frequenza di invio

Un picco improvviso e massiccio di invii da un dominio nuovo è una bandiera rossa gigante per i filtri antispam. Un comportamento legittimo prevede un aumento graduale del volume di invio.

Interazione degli utenti

I provider monitorano come i destinatari interagiscono con le tue email.

  • Tassi di apertura e clic: Alti tassi segnalano contenuti di valore.
  • Segnalazioni di spam: Ogni volta che un utente segnala la tua email come spam, la tua reputazione subisce un colpo durissimo.
  • Hard bounce: Indirizzi email inesistenti o errati (hard bounce) danneggiano la tua reputazione. È fondamentale mantenere una lista contatti pulita e aggiornata. Per questo, potresti valutare servizi di pulizia delle liste come quelli offerti da Neverbaunce o Zero bounce per garantire la massima efficienza.

Le soluzioni strategiche per una consegna impeccabile

Ora che abbiamo capito il "perché", passiamo alle soluzioni pratiche. Se il tuo nuovo dominio è in "quarantena reputazionale", hai bisogno di un piano B.

Soluzione 1: sfruttare la reputazione del dominio corporate del cliente

Questa è spesso la soluzione più efficace e rapida. Il dominio aziendale del tuo cliente (es. nomeazienda.com) ha probabilmente anni di storia, una reputazione solida e un alto volume di traffico email legittimo. Sfruttarlo è una mossa strategica. Hai due opzioni principali:

  • Invio diretto da parte del cliente: Il cliente invia le comunicazioni per te, utilizzando i suoi sistemi interni. Questo garantisce la massima deliverability.
  • Casella email dedicata sull'infrastruttura del cliente: Il cliente crea per te una casella di posta specifica per l'evento (es. evento2025@nomeazienda.com). Puoi configurare questa casella nella tua piattaforma di invio. In questo caso, dovrai assicurarti che i record SPF e DKIM del dominio del cliente autorizzino la tua piattaforma a inviare per loro conto.

Esempio pratico: L'agenzia "Eventi Pro" organizza il lancio di un prodotto per "Tech Corp". Invece di usare lancio-prodotto.com, chiede a Tech Corp di creare lancio-prodotto@techcorp.com. L'IT di Tech Corp aggiunge l'IP della piattaforma di invio di Eventi Pro al proprio record SPF. Le email partono con la reputazione stellare di Tech Corp, garantendo tassi di consegna superiori al 98%.

Soluzione 2: utilizzare il dominio dell'agenzia organizzatrice

Se la collaborazione con l'IT del cliente è complessa, puoi usare il dominio della tua stessa agenzia. Se la tua agenzia opera da anni, il tuo dominio (es. nomeagenzia.com) avrà una buona reputazione.

Puoi creare un sottodominio specifico per gli eventi, come eventi.nomeagenzia.com. I sottodomini ereditano in parte la reputazione del dominio principale, ma è buona norma "riscaldarli" se prevedi volumi alti. Questa soluzione ti permette di mantenere il pieno controllo tecnico.

Suggerimento: crea un indirizzo mittente chiaro, come evento-cliente@eventi.nomeagenzia.com, e specifica nel corpo dell'email che stai comunicando per conto del cliente. La trasparenza è sempre apprezzata.

Soluzione 3: riscaldare il nuovo dominio (Warm-up)

Se devi per forza usare il nuovo dominio, l'unica strada è il processo di "domain warm-up". Questo consiste nell'aumentare gradualmente il volume di invio per alcune settimane, per costruire una reputazione positiva.

Piano di Warm-up:

  1. Settimana 1: Invia 50-100 email al giorno a contatti interni o molto fidelizzati.
  2. Settimana 2: Aumenta a 200-500 email al giorno, espandendo a contatti "caldi".
  3. Settimana 3: Raddoppia gradualmente il volume ogni giorno (1000, 2000, 4000...), monitorando i tassi.
  4. Settimana 4 e successive: Continua ad aumentare il volume fino a raggiungere il tuo obiettivo.

Questo processo richiede tempo e non è ideale per eventi con scadenze strette, ma è l'unica via per rendere un nuovo dominio affidabile.

Azione: piano operativo per la gestione delle comunicazioni

Indipendentemente dalla soluzione scelta, segui questa checklist per massimizzare i risultati.

Checklist pre-invio

  • Configura SPF, DKIM e DMARC: senza questi, non andare da nessuna parte.
  • Pulisci la lista contatti: rimuovi indirizzi inattivi e hard bounce.
  • Scrivi un oggetto efficace e non "spammy": evita MAIUSCOLE e parole rischiose.
  • Crea contenuti di valore: offri informazioni utili e pertinenti.
  • Includi un link di disiscrizione chiaro e visibile.
  • Testa l'email su diverse piattaforme (Gmail, Outlook, etc.).

Le comunicazioni massive per un evento non possono essere lasciate al caso. Affrontare il problema della deliverability da un nuovo dominio richiede un approccio strategico e proattivo. Invece di combattere contro i mulini a vento dei filtri antispam con un dominio sconosciuto, appoggiati a domini con una reputazione consolidata, che sia quello del cliente o della tua agenzia.

Se devi costruire una reputazione da zero, fallo con pazienza e metodo attraverso un corretto warm-up. Ricorda che l'email marketing per eventi non è solo inviare un'email, ma costruire un dialogo di fiducia con i partecipanti. E la fiducia, online, inizia con una reputazione impeccabile.

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